- 19 February 2021
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H. E. Nshan Garakeheyan Archbishop of Armenian Catholics in Armenia, Georgia, Russia and Eastern Europe (1932 – 2021). Յիշատակն արդարոց օրհնութեամբ եղիցի
The Most Reverend Raphael F. Minassian
Ordinary for the Armenians of Eastern Europe
His Holiness Pope Francis was saddened to learn of the death of Archbishop Emeritus Neshan Karakéhéyan, and he offers his prayerful condolences. Giving thanks to God for the late Archbishop’s years of episcopal ministry to the Armenian faithful of Eastern Europe, he commends his soul to the mercy of Christ the Good Shepherd. To all who mourn Archbishop Karakéhéyan’s passing in the sure hope of the Resurrection, the Holy Father cordially imparts his Apostolic Blessing as a pledge of consolation and peace in the Lord.
Cardinal Pietro Parolin
Secretary of State
Saluto del Nunzio Apostolico per i funerali di S.E. Mons. Nshan Garakeheyan
(Gymri, 17 febbraio 2021)
Eccellenza, cari sacerdoti e religiose, cari fratelli e sorelle,
Vorrei esprimere a questa Chiesa locale il cordoglio mio personale e del Santo Padre, che ci accompagna con la preghiera e l’Apostolica Benedizione, per la morte dell’Arcivescovo Nshan Garakeheyan.
Mi immagino che in quel lontano 2 luglio 1966 in cui fu ordinato prete, S.E. Mons. Nshan portasse nel suo cuore tutta la gioia, i propositi carichi di entusiasmo e di gioia riconoscente verso Dio, che di solito accompagnano il giorno dell’ordinazione e della «prima Messa» di un prete. Ma avrà sperimentato anche lui, nei vari incarichi pastorali vissuti nella Chiesa – superiore e padre spirituale del Seminario di Bzommar, il ministero parrocchiale in Grecia e in molti Paesi del Medioriente, il governo generale del Monastero di Bzommar, il servizio episcopale nell’Europa Orientale e in Iran – che non è tanto sulle nostre riserve di entusiasmo e generosità che possiamo contare, quanto soprattutto, e direi unicamente, sulla fedeltà di Dio, che siamo chiamati a scoprire e accogliere giorno per giorno. Nel cammino di ogni prete, e per di più di un vescovo, si scopre questa verità: davvero dobbiamo rinunciare ad ogni nostro avere, ad ogni pretesa di autosufficienza, perché la vita stessa, e la dedizione al ministero, pian piano ci spoglia di tutto, affinché sia il Signore Gesù a riempire tutto con la sua grazia.
La malattia che ha segnato gli ultimi anni l’esistenza di Mons. Nshan lo ha aiutato ad orientarsi in modo deciso verso ciò che dovrebbe attirare l’attenzione di tutti noi: il mistero del nostro ultimo viaggio, quel passaggio nel quale davvero dobbiamo abbandonare ogni nostro avere, e persino questa nostra vita terrena, per essere fino in fondo discepoli del Signore Gesù nel suo passaggio pasquale. È significativo che questo passaggio si sia compiuto per Mons. Nshan alla vigilia della Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, per entrare con il Signore della vita nel Regno che non conosce tramonto.
Vorrei, non da ultimo, ringraziare S.E. Mons. Minassian per l’accoglienza e l’assistenza che ha generosamente offerto a questo nostro Fratello negli ultimi anni di vita, aprendogli la sua casa ed aiutandolo in ogni necessità. È la testimonianza più bella ed eloquente dell’amore fraterno che deve regnare tra i discepoli dell’Unico Signore. Grazie, Eccellenza!
Ora il Signore, conceda a Mons. Nshan, anche per le nostre preghiere, di contemplare a viso aperto ciò che ha tante volte egli annunciato dall’altare e di godere pienamente della bellezza del volto del Cristo Risorto, per sentire la Sua voce che gli dice: vieni, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore (cf. Mt 25,21).