- 27 Gennaio 2021
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Papa Francesco: solidarietà con chi soffre di Covid-19 nel Caucaso meridionale
A nome di Papa Francesco, la “Fondazione Buon Sammaritano” del Dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, attraverso la Nunziatura Apostolica in Tbilisi, ha fatto pervenire una donazione simbolica di centomila euro all’Ospedale Redemptoris Mater di Ashotsk, diretto dai Padri di San Camillo de Lellis, al fine di assistere il numero sempre più crescente di pazienti affetti dal virus Covid-19 nella regione del Caucaso.
Dall’inizio della pandemia sanitaria del Covid-19, l’Ospedale cattolico ha garantito assistenza gratuita a molti pazienti colpiti dal virus, congiuntamente all’aiuto per sopperire le molteplici forme di povertà della popolazione locale, dato che, secondo P. Mario Cuccarollo, direttore dell’ospedale camilliano, i recenti conflitti e i disordini sociali hanno messo a dura prova le risorse umane e materiali della sanità. Il dono di Papa Francesco aiuterà all’acquisto di attrezzature sanitarie e forniture mediche per venire incontro alle esigenze sempre crescenti registrate con la seconda ondata dell’infezione virale nella regione.
La “Fondazione Buon Sammaritano” è una delle tante fondazioni cattoliche collegate alla Santa Sede (Vaticano) che si preoccupa ed ha a cuore i bisogni umanitari. La Fondazione si ispira alla parabola evangelica del Buon Samaritano, che Papa Francesco, nella sua ultima Lettera Enciclica “Fratelli tutti: sulla fraternità e l’amicizia sociale”, ritiene paradigmatica per tutta la Chiesa nell’impegno responsabile di aiuto ai bisognosi: “Questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune. Nello stesso tempo, la parabola ci mette in guardia da certi atteggiamenti di persone che guardano solo a sé stesse e non si fanno carico delle esigenze ineludibili della realtà umana“. (Papa Francesco, Lettera Enciclica “Fratelli tutti: sulla fraternità e l’amicizia sociale”, n. 67)